Se è abbastanza agevole capire chi sono i Greci di Calabria storicamente, non altrettanto facile è capire chi siano essi oggi.
Questione che conduce a una problematica ancora più difficile da esplorare: possiamo, ancora, parlare di greci di Calabria? E se sì, che senso ha?
La grecità calabrese appare, e realmente lo è, una realtà marginale, periferica, numericamente quasi inconsistente, che ad uno sguardo superficiale nulla ha più da dare all’odierna società, proiettata su orizzonti planetari e alle prese con istanze totalmente nuove. Non abbiamo risposte preconfezionate per queste problematiche, né riteniamo tocchi a noi fornirle.
Possiamo, però, portare quello che l’esperienza del ddomàdi greko ci ha insegnato in questi anni: la nostra terra ha un’anima greca viva e capace di doni inaspettati!
Questo è quello che tante persone, giovani e non, calabresi e non, ex-greci e non, percepiscono… e per questo sentono il bisogno (perché di bisogno si tratta) di ritrovare un’appartenenza che, in profondità, sentono propria.
La cosa più straordinaria è che questo bisogno non è legato a condizioni concrete, come il luogo di nascita o la stirpe di appartenenza, ma si caratterizza come un bisogno interiore che fiorisce nei contesti più disparati.
Per questo suonano intramontabili le parole del Grande Alessandro: “Greci sono tutti coloro che appartengono alla nostra cultura”. To ddomadi greko è, semplicemente, una risposta a questa esigenza.
È una settimana intensiva dedicata esclusivamente al greco di Calabria, alla sua cultura e ai suoi portatori, cioè gli anziani delle nostre comunità, che, con umiltà, ci hanno trasmesso lingua e valori, e ai quali tributiamo rispetto e riconoscenza.
L’insegnamento, o meglio, la trasmissione della lingua, è strutturata su 3 livelli: di base, intermedio e avanzato, oltre ad una sezione dedicata ai bambini di età scolare.
In tal modo ciascuno può trovare il proprio posto, a seconda del suo livello linguistico e delle sue personali esigenze.
Per noi to ddomadi è un luogo di resilienza, dove passato e futuro non sono due realtà antinomiche, ma semplicemente due direzioni verso le quali guardare.